Freedom of the City 2001: “Large Groups / Small Groups”

London Improvisers Orchestra
Michele Coralli
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Freedom of the City 2001 “Large Groups / Small Groups” (2 + 2 CD, Emanem, 4205 / 4206, 2002)

Un’importante opera di documentazione sulla scena improvvisativa inglese viene portata avanti ormai da molti anni da il londinese Martin Davidson, patron della piccola etichetta Emanem e uno degli animatori del giovane “Freedom of the City”, festival interamente dedicato all’improvvisazione, che è giunto quest’anno alla sua seconda edizione. A quella dell’anno scorso si riferisce questa coppia di CD doppi che danno, con le loro quasi 5 ore di musica, un ben soddisfacente panorama di quel che si muove all’interno della scena radicale londinese dopo più di trent’anni.

Tra gli “small groups” del primo doppio CD si fanno notare, accanto ad ensemble composti da personaggi più noti come Steve Beresford (qui impegnato in piccoli marchingegni elettronici “da tavolo”) e John Butcher o il quintetto all stars costituito da Phil Minton, Paul Rutherford, Lol Coxhill, John Russell e Roger Turner, anche volti nuovi o meno noti come i fiati del Temporary Brass Trio (Smith, Brand, Marshall), il Veryan Weston Trio, Maggie Nicols con Caroline Kraabel e Charlotte Hug, il pianista Pat Thomas, il quartetto d’archi Quatuor Accorde (Wren, Durrant, Hug e Wastel).

Freedom of the City 2001 “Large Groups / Small Groups” (2 + 2 CD, Emanem, 4205 / 4206, 2002)

All’interno della raccolta “large groups” li ritroviamo più o meno tutti insieme nel collettivo London Improvisers Orchestra (la cui performance viene in parte condivisa dal poeta Terry Day), che raduna tutti i musicisti del giro in session estemporanee che si tengono mensilmente ad Holloway. E infine Strings con Evan Parker; un’orchestra d’archi che suona con il celebre sassofonista in due set di improvvisazioni molto taglienti. Difficile però estrapolare dal corpus delle registrazioni qualche esempio che dia un senso a questa descrizione. Basti dire che la comunità dei musicisti dediti alla libera improvvisazione conta oggi un numero che si aggira, nella sola Londra, attorno alle duecento persone e che, nonostante le evidenti difficoltà di mercato, le iniziative che fioriscono attorno alla pratica dell’improvvisazione sono quanto mai diffuse in tutto il mondo. Naturalmente quella inglese è la comunità più ampia e la capitale stessa si è sempre dimostrata centro attrattivo per molti musicisti sperimentali provenienti da più parti. Dopo tanti anni continua ad esserlo.

2002 © altremusiche.it

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