Nicola Sani: “Oltre il deserto spazio”

Michele Coralli
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Nicola Sani: “Oltre il deserto spazio” (Stradivarius, STR 33609, 2002)

Il compositore ferrarese Nicola Sani, che già si è fatto notare durante i festival Musica Presente e Nuova Consonanza, ha alle spalle un deciso impegno compositivo orientato al trattamento elettroacustico del suono e, in particolare, nel suo accostamento ai timbri di alcuni strumenti acustici, nel filo della tradizione di una scuola che prende le mosse negli anni Cinquanta da autori quali Maderna e Berio. Se, come nota Luigi Pestalozza, la reazione italiana al purismo elettronico tedesco e francese ha generato una maggiore attenzione nei confronti dei trattamenti degli strumenti acustici e della voce umana, allora anche l’attività compositiva di Sani si inserisce in questo quadro, dopo quasi cinquant’anni da quei tempi pionieristici. Sì, perché questa raccolta di composizioni, che si fregia anche di un bellissimo titolo, Oltre il deserto spazio (che è anche un brano per ensemble strumentale), serba in sé un certo alone manieristico, che ci riporta inevitabilmente agli antichi modelli.

Ciononostante la musica di Sani vive di interessanti giochi di chiaroscuri e di prospettiche suddivisioni degli spazi, che creano quel senso di profondità capace di far percepire, in modo immediato, strutture e organizzazioni. Rarefazione e sintesi, soprattutto nell’utilizzo dell’elettronica, rendono composizioni come Sonore image de mon absence (per violoncello e nastro), Un canto dell’isola (per violino solo) e Binari del tempo (per flauto e nastro) delle esplorazioni nei territori del suono appena percepibile, ma non per questo meno stimolante.

2002 © altremusiche.it

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