Baars, Henneman, Mengelberg: “Sliptong”

Michele Coralli
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Baars, Henneman, Mengelberg “Sliptong” (Wig, 16, 2009)

Ab Baars (sax tenore, clarinetto, shakuhachi) e Ig Henneman (viola) dirigono l’olandese Wig Foundation, piccola realtà che dal 1993 promuove musica improvvisata e non, attraverso organizzazione di concerti, dischi, workshop e occasioni di incontro tra musicisti appartenenti alla medesima area creativa. Un criterio, quello associativo, cruciale nell’attività del musicista improvvisatore, che ha avuto in passato modelli associazionistici importanti. L’Olanda è nota poi per la sua ICP (Instant Composers Pool) che ha da poco trascorso i suoi primi 40 anni, un lunghissimo periodo durante il quale molti musicisti olandesi, come Baars, hanno avuto occasione di farne parte.

Il trio in questione quindi intreccia le esperienze di una coppia, che almeno per metà si correla alla storica compagine orchestrale e che costituiscono un duo già sufficientemente affiatato, e uno dei fondatori dell’ICP, Misha Mengelberg. Lo sfondo di una produzione la cui occasione viene narrata nelle note in maniera quasi prosaica è questo. I due della Wig propongono a Mengelberg di registrare alcune improvvisazioni al Bumhuis di Amsterdam dopo una cena a base di sogliole. Il pianista accetta e i tre procedono con una serie di improvvisazioni non pianificate di grande intensità. Al centro il grande vecchio con il suo piano crepuscolare, venato di sentimento bluesy e fin tratteggiato nei suoi percorsi diafani improntati a un forte lirismo (come non sempre ci era capitato di ascoltare da Mengelberg). Attorno la viola e i fiati della coppia che più frequentemente seguono il maestro piuttosto che muovere (se non raramente) proposizioni, del resto anche in questi casi la personalità musicale è una cosa che pesa nell’economia di una session. Ciò che più di tutto convince in questo caso è il grandissimo gusto e la raffinatezza delle scelte musicali nel loro complesso. Senza farsi catturare da quel tipo di suggestioni eteree a rischio di misticismo improvvisativo, il trio esprime chiaroscuri che suoi pianissimi suonano assolutamente perfetti. E detto di un’area dinamica tra le più difficili per un musicista, questo ci sembra il miglior attestato di stima.

2009 © altremusiche.it

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